di Paolo Seghedoni
La Presidenza e il Consiglio nazionale hanno portato a Papa Francesco tutta l’associazione: bambini, ragazzi, giovani, adulti, adultissimi... tutti portati nel cuore del presidente Matteo Truffelli e dei presenti, emozionati e grati al Santo Padre.
l presidente ha ringraziato il Papa e ha aggiunto: “Vogliamo leggere con profondità il tempo che stiamo vivendo. Sappiamo che solo se lo faremo fino in fondo, potremo contribuire alla missione evangelizzatrice della Chiesa italiana. E solo così potremo partecipare alla costruzione dinuna società più giusta, più solidale, più umana”. Truffelli ha ricordato l’impegno dell’associazione nel solco dell’Evangelii Gaudium e della corresponsabilità laicale, che rappresenta "quanto abbiamo da donare alla Chiesa e alla società", e ha portato al Pontefice i saluti dell’associazione nata nel carcere di Rossano da una ventina di detenuti: “Quando sono andato a trovarli avevo promesso che Le avrei trasmesso il loro saluto: sono davvero felice di poterlo fare in un’occasione per noi così solenne”. “Carissimo Papa Francesco - ha concluso il presidente nazionale - l’Azione Cattolica tutta ti segue con gratitudine e fiducia e prega per te”.
Il Papa ha ribadito più volte il richiamo alla laicità (“non lasciatevi clericalizzare” ha aggiunto a braccio) e alla sinodalità (“non è il Parlamento, ma occorre uno stile sinodale. Il Sinodo prevede la presenza dello Spirito e quindi la preghiera”), così pure come ha messo in guardia l’associazione dal pericolo del funzionalismo. “Il Vangelo è disordine, lo Spirito quando arriva fa chiasso”, ha aggiunto Francesco. Che poi ha commentato le parole: azione, cattolica e italiana.
"La vostra azione deve avere come caratteristica prima di tutto la 'gratuità'. La spinta missionaria non si colloca nella logica della conquista ma in quella del dono". "La storia della vostra associazione - ha osservato il Papa - è fatta di tanti 'santi della porta accanto’, ed è una storia che deve continuare: la santità è eredità da custodire e vocazione da accogliere". “Una seconda caratteristica del vostro agire che vorrei sottolineare è quella dell'umiltà, della mitezza. La Chiesa è grata all'Associazione a cui appartenete, perché la vostra presenza spesso non fa rumore, ma è una presenza fedele, generosa, responsabile". “Umiltà e mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non per occupare spazi ma per avviare processi", ha aggiunto Francesco: "La parola cattolica qualifica la vostra identità. Sono contento perché in questi anni avete preso sul serio la strada indicata da Evangelii gaudium. Continuate lungo questa strada: c'è ancora tanto cammino da fare!".
Parlando della parola 'italiana' e del contributo dell’associazione alla Chiesa e al Paese, il Papa ha ricordato l’assemblea della Cei prevista a maggio: Francesco ha affermato che occorre togliere la tentazione di archiviare il Convegno di Firenze: “Voi potete aiutare la comunità ecclesiale ad essere fermento di dialogo nella società, nello stile che ho indicato al Convegno di Firenze".
Un momento particolarmente bello è stato quello avvenuto dopo il saluto del presidente nazionale. Durante il lungo e caloroso applauso che è seguito, Francesco ha detto, sorridendo, “Ti vogliono bene”. Anche l’Azione Cattolica le vuole molto bene caro Padre.