di Nicola De Santis - Marzo 2020, la pandemia impone lo stop forzato al cammino assembleare dell’Azione cattolica. Marzo 2021, il il percorso riprende esattamente da dove si era interrotto: dal livello regionale. Dal racconto dei protagonisti emerge come l’associazione – attraverso le delegazioni regionali e i comitati dei presidenti diocesani – ha scelto di accogliere la chiamata di questo tempo. Così ci racconta Luca Girotti, delegato regionale per le Marche: «Al centro del percorso assembleare abbiamo messo la riflessione su ciò che è essenziale, quell’essenziale che in questi lunghi mesi di pandemia abbiamo dovuto e voluto riscoprire. È necessario che la nostra formazione sia vocazionale, orientata al servizio verso gli altri, generatrice di scelte educative che richiamino la responsabilità di ciascuno a costruire legami di unità e di comunione, a crescere facendo crescere, suscitando vita e promuovendo relazioni di fraternità».
In fondo il collegamento regionale si nutre di amicizia fraterna tra diocesi vicine e l’Ac sceglie ancora di mettersi a servizio di questi legami nella Chiesa e nel territorio: «In una Regione come la nostra, profondamente segnata negli ultimi anni, prima dal terremoto, poi dalla crisi economica e ora dalla pandemia – aggiunge Luca – l’Ac vuole essere strumento di comunione ecclesiale e amicizia sociale scegliendo di esercitare la gentilezza che rende possibile uno spazio di ascolto in mezzo all’indifferenza, vince le incomprensioni e previene i conflitti, apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti».
Il discernimento in Ac segue il passo delle scelte democratiche, attraverso un percorso sinodale in cui l’esperienza di ciascuno diventa ricchezza per tutti. Luigi Lanotte, delegato regionale per la Puglia, ci ricorda che il Consiglio regionale segna un percorso iniziato già da tempo: «L'evento regionale è la tappa di un cammino di lavoro e discernimento già avviato l'anno scorso attraverso la rete con le presidenze diocesane, condividendo pensieri e riflessioni, ma soprattutto accompagnandoci reciprocamente a tenere saldi i legami con le persone, gli educatori, i gruppi e le associazioni. Un vero e proprio "diario di bordo", che ha favorito in modo naturale lo sviluppo della bozza del documento regionale, collegato a quello nazionale, ma contestualizzato alla nostra Regione».
«Il Consiglio regionale racchiude in sé un tesoro che è la bellezza delle diversità – ci racconta Paolo Ferrando, delegato regionale per la Liguria –. La nostra delegazione ha vissuto con i presidenti un momento di confronto e condivisione A ognuno è stato chiesto di indicare possibili attenzioni per la delegazione. Sono emerse attenzioni all’ambito socio/politico, la carità, la vita dei settori e un’associazione che sia sempre più vicina all’uomo». Così è emerso un documento, presentato nel Consiglio regionale, molto snello e lineare facendo sì che le linee guida del collegamento regionale si possano integrare, non aggiungersi, con quelle diocesane e nazionali.
Da Segno nel mondo (2/2021)